COMUNE DI SANTA CROCE SULL’ARNO
BIBLIOTECA COMUNALE”Adrio Puccini”
GIORNO DEL RICORDO
10 FEBBRAIO 2015
Il giorno 10 febbraio è il giorno che l’Italia dedica alla Memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell’Esodo dalle terre istriane, fiumane, dalmate.
La Biblioteca comunale ha individuato, tra il materiale posseduto, alcune proposte per i cittadini che intendano approfondire l’argomento.
Julka, ti racconto : il dramma dei confini orientali, le foibe, l’esodo di Daniela Bernardini e Luigi Puccini, ETS, 2013
Non un saggio, non un libro di storia, ma il racconto di una nonna, Maria, alla nipote Julka. Sul porticciolo della cittadina di Muggia, in provincia di Trieste, la nonna racconta le drammatiche vicende di una zona di confine, sottoposta alla dominazione austriaca, straziata dalle guerre mondiali, dalle occupazioni fascista, nazista, comunista. In questo scenario il racconto della tragedia delle foibe e dell’esodo colpisce la sensibilità di Julka, perché le parole usate dalla nonna sono quelle di coloro che la storia l’hanno vissuta sulla propria pelle.
Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani : istriani, fiumani e dalmati: storie di esuli e rimasti di Jan Bernas, Mursia, 2010
Alla fine della seconda guerra mondiale migliaia italiani di Istria, Fiume e Dalmazia si trovano senza alcuna difesa di fronte all’odio etnico-nazionalista del regime di Tito, deciso a jugoslavizzare quei territori. In trecentocinquantamila fuggono, per essere accolti in Italia tra diffidenza e indifferenza. Altri decidono di rimanere, riscoprendosi giorno dopo giorno stranieri a casa propria. A questi si aggiungono gli italiani del controesodo: comunisti partiti alla volta della Jugoslavia per costruire il Sol dell’avvenire. Paradossalmente tutti subiscono la stessa accusa: “Fascisti”. Gli esuli perché in fuga dal paradiso socialista, i rimasti perché italiani. In questo libro sono raccolte le testimonianze dei protagonisti di questa odissea: le loro parole prendono per mano il lettore e lo accompagnano lungo tutto il cammino che condusse un popolo con lingua e tradizioni comuni a dividersi irrimediabilmente.
Dall’Impero austro-ungarico alle foibe : conflitti nell’area alto-adriatica, contributi diAlessandra Algostino … [et al.], Bollati Boringhieri, 2009
Questa raccolta di saggi affronta la vicenda della frontiera orientale analizzata a partire dalle sue premesse storiche locali e contestualizzata in una diacronia di dimensione europea, mentre il saggio di chiusura tratta dal punto di vista giuridico la condizione della profuganza. In appendice è riportata la Relazione della Commissione storico-culturale ita-io-slovena, che sintetizza il lungo lavoro condotto – su incarico dei governi di Italia e Slovenia – da quattordici studiosi italiani e sloveni in merito ai rapporti intercorsi fra le due popolazioni dalla fine dell’Ottocento al 1956.
Foibe il peso del passato : Venezia Giulia 1943-1945, a cura di Giampaolo Valdevit, Marsilio,1997
Un capitolo del nostro passato che non ha trovato spazio nella memoria storica degli italiani. E’ la tragedia delle “foibe”, che scoppia a Trieste e nella Venezia Giulia nel maggio 1945, anticipata nel settembre 1943 in Istria. In questo libro sono raccolti i contributi di storici triestini, che questa vicenda collocano all’interno della storia italiana ed europea, stabilendo anche un confronto con gli storici sloveni.
Nata in Istria di Anna Maria Mori, Rizzoli, 2006
L’Istria è stata per mezzo secolo un grande buco nero nella coscienza italiana: una terra dimenticata, rimossa, così come è stata di fatto occultata la presenza dei trecentomila profughi istriani che, dopo la guerra, ha scelto l’esilio. In questo libro Anna Maria Mori, che ha lasciato l’Istria con la famiglia quando era ancora bambina, prova a spiegare cosa significa essere istriani. Il suo libro non è un’inchiesta oggettiva o il rendiconto di un’esperienza di vita: è piuttosto un collage di storie, persone, percorsi, riflessioni su una terra di confine (italiana, veneta, asburgica, slava), una terra di contadini e di pescatori e di marinai, di poesie, leggende, tradizioni, miti e riti, di sapori e odori mediterranei e mitteleuropei.
Naufraghi della pace : il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa, a cura di Guido Crainz, Raoul Pupo, Silvia Salvatici, Donzelli, 2008
“Naufraghi nella tempesta della pace”: un documentario della “Settimana Incom” del 1947 evocava così la tragedia dei profughi dell’Istria. Si aggiungevano a milioni e milioni di altri “naufraghi”, frutto degli sconvolgimenti della guerra e del dopoguerra: milioni di persone sradicate dalla propria terra dalle deportazioni operate dalla Germania nazista e dalla Russia staliniana, ex prigionieri, donne e uomini in disperata fuga dall’inferno della Shoah o dalle zone martoriate dagli spostamenti del fronte. E a questa marea di profughi se ne somma un’altra, alimentata da milioni di persone espulse a forza dai paesi dell’Europa centro-orientale. Questo studio illumina alcuni squarci di questa vicenda, in cui drammi personali e collettivi si intrecciano ed evoca le ferite di memoria che quel trauma ha lasciato.
Magazzino 18 : storie di Italiani esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia di Simone Cristicchi, Mondadori, 2014
Montagne di sedie aggrovigliate come ragni di legno. Legioni di armadi desolatamente vuoti. Letti di sogni infranti. E poi lettere, fotografie, pagelle, diari, reti da pesca, pianoforti muti, martelli ammucchiati su scaffalature imbarcate dall’umidità. Questi e innumerevoli altri oggetti d’uso quotidiano riposano nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste. Oltre sessant’anni fa tutte queste masserizie furono consegnate al Servizio Esodo dai legittimi proprietari, gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, un attimo prima di trasformarsi in esuli. Di questa immensa tragedia quasi nessuno sa nulla. Delle foibe, delle esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, della vita nei campi profughi pochissimi hanno trovato il coraggio di parlare nei decenni che seguirono. Eppure è storia recente, a portata di mano e soprattutto abbondantemente documentata: basta aprire le porte del Magazzino 18. Porte che Simone Cristicchi ha spalancato.
Foibe: le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria di Gianni Oliva,Mondadori, 2002
Dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall’esercito jugoslavo del maresciallo Tito, molti di loro sono gettati nelle “foibe”, che si trasformano in grandi fosse comuni, molti altri deportati nei campi della Slovenia e della Croazia, dove muoiono di stanti e di malattie. Le stragi si inquadrano in una strategia politica mirata a colpire tutti coloro che si oppongono all’annessione delle terre contese alla nuova Jugoslavia: cadono collaborazionisti e militi della repubblica di Salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e cittadini comuni.
Profughi : dalle foibe all’esodo: la tragedia degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia di GianniOliva, Mondadori, 2006
Tra il 1944 e la fine degli anni cinquanta, gran parte della comunità italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia abbandona la propria terra. A ondate successive, quasi trecentomila persone, appartenenti a ogni classe sociale, vengono costrette a fuggire dal nuovo regime nazionalcomunista di Tito che confisca le loro proprietà, le reprime con la violenza poliziesca, giungendo talora ad un vero e proprio tentativo di “pulizia etnica”. Attraverso un’analisi attenta in cui si intrecciano lo scenario locale e quello internazionale, Gianni Oliva ripercorre le tappe di questa vicenda: la complessità etnica nella zona di confine nord-orientale dell’Italia, le contrapposizioni del ventennio fascista, le stragi delle foibe, la vita nei campi profughi.
Il confine orientale e i conflitti dell’alto Adriatico di Mila Orlic, Marco Bresciani, UNICOPLI, 2011
Il volume fornisce un’agile e competente guida bibliografica rispetto ai temi riguardanti i complessi rapporti storici, politici e diplomatici relativi alle terre di confine tra Italia ed ex Jugoslavia, a partire dal periodo dell’Impero asburgico per arrivare al dopoguerra, passando per la dominazione fascista e la seconda guerra mondiale.
Per una storia del confine orientale : fra guerre, violenze, foibe, diplomazia, materiali didattici a cura di Laura Benedettelli, Matteo Fiorani, Luciana Rocchi, Isgrec, 2007
In questo saggio è presentata un’ampia scelta di materiali attraverso cui è messa a fuoco la tragica vicenda degli italiani dei territori del Confine orientale, provenienti dall’Istria, da Fiume o dalla Dalmazia, vittime o costrette all’esodo nel secondo dopoguerra.
Foibe : una storia d’Italia di Joze Pirjevec, Einaudi, 2009
Il crollo dell’Italia nel settembre 1943 e quello del Terzo Reich nel maggio 1945 ebbero nella Venezia Giulia contraccolpi ben diversi dal resto del Paese. In questa regione mistilingue, oggetto di contesa dal 1848 da parte delle etnie conviventi, si verificò un drammatico capovolgimento dei ruoli: i padroni di lingua italiana, che dopo l’8 settembre avevano collaborato con i tedeschi per salvare il salvabile, si trovarono fra i vinti. Gli s’ciavi, come erano detti con spregio gli sloveni e i croati, erano i vincitori. Per di più comunisti. In questa situazione colma di tensioni etniche, sociali e ideologiche si scatenò una violenta resa dei conti con deportazioni ed esecuzioni sommarie di nemici veri o presunti, molto sbrigativamente sepolti nelle voragini carsiche dette “foibe”.
Il lungo esodo : Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio di Raoul Pupo, Rizzoli, 2005
A partire dall’8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d’Italia, l’Istria e la Dalmazia, si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che prefigurava la “pulizia etnica” di molti decenni dopo e trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l’esodo del novanta per cento della popolazione italiana che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano.
Trieste ’45 di Raoul Pupo, Laterza, 2010
Siamo nell’aprile del 1944 e Trieste è occupata dai nazisti. Da qui prende le mosse la ricostruzione di Raoul Pupo delle vicende che sono note come “questione adriatica” e che culminano nel 1945, quando la città viene occupata dall’armata jugoslava e continuano a essere perpetuate le stragi note come le “foibe giuliane”. Il volume affronta le questioni centrali che si intrecciarono in quel breve arco di tempo: le relazioni internazionali rispetto alla “crisi di Trieste” fra gli accordi di Jalta e l’ascesa di Tito, quando anglo-americani e jugoslavi arrivano quasi simultaneamente in città e, nel corso del conflitto, i toni degli interlocutori sono sembrati anticipare quelli della guerra fredda; i contatti fra il movimento di liberazione italiano e quello jugoslavo e i negoziati privati di Togliatti con Tito, che non giovarono molto allo stesso partito comunista italiano; i rapporti complessi fra i comunisti italiani e quelli jugoslavi.
Foibe rosse: vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel ’43 di Frediano Sessi, Marsilio, 2007
Norma Fossetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno di lettere e filosofia, all’Università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria non hanno pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la violentano brutalmente. L’assassino di Norma Cossetto e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o morirono a causa delle torture subite, annegati in mare per mano dei “titini” mostra verso quale orizzonte ci si dirige “quando si ritiene che la verità della vita è lotta, e che non tutti gli esseri umani sono provvisti della medesima dignità”
Scampati o no : i racconti di chi “uscì vivo”`dalla foiba di Pol Vice, Kappa Vu, 2005
Non è un (altro) saggio sulla storia delle foibe e degli infoibati, ma una denuncia, rigorosamente documentata, non solo e non tanto dell’uso politico di quella storia, quanto delle palesi contraffazioni sulla cui base è stata costruita e diffusa la leggenda delle foibe.
La nostra storia e la storia degli altri : il confine orientale nel Novecento, DVD didattico realizzato dall’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea.
Percorrere i luoghi della memoria del Confine orientale significa compiere un viaggio nello spazio e nel tempo, attraverso i segni degli spostamenti del cosiddetto “confine mobile”.
Di questa natura è l’esperienza che il documento racconta. Il piccolo gruppo di insegnanti, che l’ISGREC e la Regione Toscana hanno voluto coinvolgere in un lavoro di formazione, ha raccolto tracce della memoria di molte e diverse sofferenze, il racconto di storie individuali, interpretazioni di storiche e storici, di qua e di là dal confine.