A cielo aperto #4
Dopo il successo delle scorse tre edizioni, si rinnova il ciclo di incontri musicali che si inseriscono nella programmazione di Villa Pacchiani: quest’anno il giardino della villa è lo scenario di quattro appuntamenti musicali che si terranno il 3, 10, 17 e 22 luglio “a cielo Aperto” è un’iniziativa del Comune di Santa Croce sull’Arno. Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali in collaborazione con Pro Loco Santa Croce sull’Arno, con la sponsorizzazione di Cassa di Risparmio di San Miniato e Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. “a cielo Aperto” è una rassegna di musica eseguita con strumenti diversi e che spazia in un percorso ideale che va dalla musica barocca alle produzioni internazionali.
Si parte il 3 luglio alle 21.15 con il duo Stefano Agostini (flauti) e Filippo Burchietti (violoncello) dal titolo Il Novecento musicale tra sperimentazione influssi popolari. Il programma è dedicato alla musica dell’ “altro novecento”, un secolo musicale complesso e ricco di una molteplicità di esperienze spesso oscurate dal prevalere delle avanguardie. In particolare i brani proposti trovano fonti di ispirazione negli elementi delle tradizioni folkloriche a partire dai Duetti di Bartok che attingono il materiale tematico dalla tradizione popolare di tutto il territorio dei Carpazi e dei Balcani. Un brano esemplare dello “stile esotico”, Assobio a Jato del maggiore compositore brasiliano Villa-Lobos, è intenso e coinvolgente e sfrutta al massimo grado le possibilità dinamiche, tecniche ed espressive dei due strumenti. Il Preludio – fantasia di Cassadò trova radici nel folklore spagnolo con richiami impressionistici che testimoniano l’influsso che il grande violoncellista ebbe dalla musica francese, in particolare di Maurice Ravel. Una raffinata e “colta” rivisitazione del tango argentino è tipica della musica di Astor Piazzolla che ha dedicato al flauto composizioni entrate in poco tempo a far parte del repertorio “classico” di questo strumento. Il programma è impreziosito dalla proposta Mirrors, un breve brano dalle sonorità sospese e rarefatte, caratterizzato da una raffinata ricerca timbrica, della finlandese Kaija Saariaho considerata uno dei più significativi compositori dell’attuale scena musicale.
Il 10 luglio è la volta dell’ensemble vocale Voci cortesi (Marco Pellegrini basso, Massimo Cosmelli tenore, Sara Bacchelli alto, Nadia Marino soprano) il cui repertorio abitualmente spazia tra rinascimento e tardo rinascimento italiano, francese e inglese, tra il XV e il XVII secolo e che presenta Au joly bois. Quasi sempre nelle raffigurazioni rinascimentali – dipinti, incisioni, miniature – i musici, suonatori e cantori sono rappresentati “en plein air”, sullo sfondo di una natura spesso serena e lussureggiante. Testimonianza, certo, di una abitudine diffusa – quella di suonare e cantare all’aperto – ma anche segno del legame profondo che intercorre tra musica e natura, essendo quest’ultima considerata ispiratrice, se non addirittura suggeritrice, della creazione ed espressione musicale. Memori di questa antica e straordinaria tradizione, l’Ensemble coglie l’occasione della esibizione nella cornice del giardino a Santa Croce sull’Arno per proporre una serie di brani polifonici rinascimentali – madrigali, frottole, villanelle – che richiamano nel testo l’argomento della natura: la flora, la fauna, le stagioni, suoni, colori e sentimenti che nascono dall’osservazione degli elementi naturali. Le musiche sono di J. Arcadelt, F. Azzaiolo, J. Bartlet , J. Bennet, G. Caimo, R. de Lassus, J. Des Pres, C. de Sermisy, J. Dowland, T. Fabrianese, C. Janequin, L. Marenzio, T. Morley, G. M. Nanino, P. Passereau.
Il programma prosegue il 17 luglio con un appuntamento tutto dedicato a Bach: Learning Bach è la performance condotta da Francesco Oliveto, con il coinvolgimento del pubblico, e che muove dal principio che la godibilità esteriore (passiva) della musica non può bastare. Essa deve diventare un dispositivo ancor più fruibile, fatto proprio, partecipato, usato. Ecco, allora, che il tema principale dell’Arte della Fuga di J. S. Bach serpeggerà tra il pubblico chiamato a eseguirlo, a dargli voce, corpo, emotività, nel ‘qui e ora’ degli astanti.
A seguire Playing Bach con l’esecuzione di Martina Bellesi al violoncello del primo contrappunto de L’Arte della Fuga e della V Suite per violoncello solo. Nella nudità di uno strumento monofonico, come il violoncello, si potrà nuovamente apprezzare la complessa struttura dell’Arte per la quale, in verità, Bach non dette nessuna indicazione di organico musicale. Così come risulta sorprendente la quinta suite – la più contrappuntistica delle sei – che giustappunto a un solo strumento (e al virtuosismo di chi lo suona) affida quelle incredibili architetture polifoniche.
Ultimo appuntamento il 22 luglio per Armonie artificiose: l’arte della scordatura in area tedesca, dalle origini al XIX secolo con Ensemble Arché Barocca (Luisa Di Menna e Agostino Mattioni violini e Viola Mattioni, violoncello). Nella prassi esecutiva odierna, l’utilizzo, la storia e persino l’esistenza della scordatura o – per meglio dire – di accordature diverse da quella ordinaria, nella musica colta sono quasi completamente sconosciuti. Molti violinisti di oggi non ne hanno mai sentito parlare, mentre per altri risulta una pratica estremamente artificiosa e senza dubbio desueta, nonostante ne abbiano fatto uso, anche in epoche più recenti, compositori come Paganini, Mahler, Stravinsky, Bartók, Kodály. Il programma proposto permetterà di fare un piccolo viaggio attraverso due secoli per riscoprire questa straordinaria invenzione e tutto il suo fascino, soprattutto attraverso l’utilizzo che ne fecero alcuni compositori di area tedesca come G. P. Telemann, J. Pachelbel, H. I. F. Biber.